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 Ponticelli ricorda Don Agostino Cozzolino in una tre giorni tra il 25 e il 27 luglio 2009. Riduci

Don Agostino è considerato un santo sacerdote, una persona che ha saputo vivere una vita degna della chiamata del Signore, e fare della sua vita pane spezzato per ogni fratello che incontrava. Oggi a 21 anni dalla sua dipartita il ricordo è ancora vivo nel cuore di chi lo ha conosciuto. P. Amedeo Riccardi, giovane formatosi alla sua scuola, oggi Sacerdote dell’ordine Cistercense, che la sera del 25 luglio tracciato la figura di Don Agostino presentandolo come uomo profondamente innamorato di Dio, della Madonna santissima, del gregge che Dio gli aveva affidato.

Sull’esempio di Cristo è stato un uomo di preghiera. Un uomo dedito al servizio dei fratelli.

Ha aderito a Cristo povero, ha sempre vissuto nella parrocchia, si è accontentato dello stretto necessario per disporre di tutti i mezzi possibili per aiutare gli altri.

Servo obbediente della Chiesa: è stato il Parroco che ha attuato il Concilio Vaticano II, specie nella partecipazione dei fedeli laici.

Una vita intensa  di vicinanza a Gesù sofferente. Nel momento della passione, ha seguito il Suo maestro fino sulla croce. Un tumore in breve tempo lo strapperà alla sua comunità.

I tratti della personalità e della spiritualità di Don Agostino, descritti da P. Amedeo, sono stati da introduzione all’evento del giorno successivo, domenica 26 luglio: un mostra fotografica, tenuta in Basilica. Numerose foto hanno mostrato momenti importanti della sua vita e del suo ministero presbiterale.

I due intensi giorni di sabato e domenica sono stati di preparazione al grande evento di lunedì 27 luglio: una strada, Corso Ferrovia è stata rinominata, Via Don Agostino Cozzolino – Parroco.

Alle 11:00 in Basilica è  stata celebrata una Solenne Messa per la santificazione dei Sacerdoti, presieduta dal Decano don Ciro Miniero, a cui hanno partecipato numerosi Sacerdoti. Mons. Armando Dini, Arcivescovo Emerito di Campobasso, pur impegnato in altre attività ha dichiarato «bello, gioioso e doveroso» essere presente, anche se per poco tempo.

Il Vescovo ausiliare di Napoli Mons. Antonio Di Donna,  intervenuto in Piazza compiacendosi per la presenza di molti sacerdoti spiega che: «don Agostino oltre ad essere Parroco ha avuto diversi compiti in diocesi, tra cui quello di padre spirituale nel Seminario Maggiore. Molti sacerdoti si sono formati alla sua scuola ».

Con parole forti e sentite Mons. Di Donna ricorda ancora don Agostino come un santo ordinario, comune, un prete che ha testimoniato il Vangelo di Gesù con il suo stile personale anzitutto di povertà, un prete autentico e fedele al Vangelo.

Per sottolineare la stima di cui godeva in Diocesi svela un segreto: era stato eletto Vescovo. Solo la malattia e repentina morte ne hanno bloccato la proclamazione pubblica.

L’intitolazione di una strada è segno che la sua memoria è viva presso la comunità di Ponticelli, e questa vuole che resti viva perché don Agostino anche in seguito resti un punto di riferimento.

Nella Piazza antistante la Basilica, dove si è svolta la cerimonia civile, erano presenti il Vescovo Ausiliare, i Parroci di Ponticelli, diversi Sacerdoti, ed esponenti delle autorità civili.

Franco Migliorato, presidente del Comitato dei festeggiamenti in onore di “Maria SS. Della Neve” ha ricordato quanto lungo e difficile, è stato l’iter burocratico. Ha poi  presentato le autorità civili convenute che hanno dato la loro testimonianza.

L’assessore Ponticelli, la dott.sa Anna Cozzino presidente della VI Municipalità, il Consigliere Comunale Saverio Cilenti e il Consigliere Provinciale Massimo Cilenti.

Questi hanno dato la propria testimonianza esprimendo soddisfazione per la decisione di rendere vivo nel quartiere Don Agostino che ha dato la sua vita per Ponticelli. L’augurio è quello di rafforzare la propria identità di comunità unita nella solidarietà e nella corresponsabilità.

            Commovente e solenne il momento in cui è stato scoperto l’epitaffio. Quattro mani: la signora Lucia, sorella di don Agostino, l’assessore alla Toponomastica, don Ciro Cocozza  e la dott.sa Cozzino hanno tirato la cordicella.

Applausi, occhi lucidi, commozione. Un desiderio non espresso, ma evidente: “è solo il primo passo?”.

Ponticelli è grata al Parroco di Santa Maria della Neve, amico ed esecutore del testamento di don Agostino, che non tralascia occasione per sottolineare la statura umana e spirituale del compianto confratello. Da lui ha ereditato una linea pastorale che si basa sulla devozione alla Madonna, fondamento del cammino verso la Santità.

Il desiderio di tutti è che la fama di santità di Don Agostino sia riconosciuta dalla Chiesa Universale. Ponticelli quartiere discusso per i fatti di cronaca è anche terreno dove nascono e crescono germi di Santità. Questo ci fa sperare per il futuro.

 

Filomena Sacco

 

 


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 Periodo di Brescia Riduci

Quando il parroco si ammalò e fu necessario operare delle scelte per le cure, mi ricordo che anche alcuni giovani furono coinvolti e informati della situazione. Il prof. Squame, che fu medico del parroco, lo orientò verso l’Ospedale Civile di Brescia e fu necessario organizzarsi per la partenza e la permanenza a Brescia. Ci fu una bella mobilitazione e ci organizzammo in turni: alcuni lo accompagnarono, due restarono per il primo turno di assistenza di due settimane (Tonino Esposito e Lello Riccardi). Quando Lello ritornò io subentrai nel secondo turno insieme a Tonino Esposito (oggi fra’ Agostino) e rimanemmo fino al rientro a Napoli, per altre due settimane circa.

Nel tempo della sua degenza in ospedale lo ricordo sempre sereno ed interessato alle questioni della parrocchia e di tante persone. In Ospedale continuava anche la direzione spirituale con noi, e di tanto in tanto riceveva qualche persona che veniva a trovarlo da Napoli o da altri luoghi. La nostra permanenza con lui era rigidamente vincolata agli orari di visita ma, ricordo, che non esprimeva mai esigenze particolari o impegnative per noi, eravamo per lo più occupati a fargli compagnia. Quotidianamente la telefonata di Salvatore Clemente portava notizie da e per Ponticelli.

Al rientro a Napoli, quando purtroppo si sapeva che non c’era nulla da tentare per la malattia, gli fu proposto di non stare in parrocchia e di continuare un po’ di degenza, perciò, in gran segreto, fu ospitato al don Orione ad Ercolano. Successivamente, stette nella piccola canonica in parrocchia e anche li trascorremmo molto tempo insieme, perché impegnati in turni di assistenza su 24h. Anche in questo periodo continuava a dedicarsi alla direzione spirituale alle confessioni e a seguire le vicende pastorali, affidate a don Franco Perna.

Don Federico Saporito

 


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 Foto Riduci


  
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